Il Ramo D'oro

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Aggiunto il 24 gen 2005


Orlando Campos:
Sogno di donna
Belinda Casanova
Nella opera di Belinda Casanova le forme prendono vita man mano che si risvegliano dal letargo della pietra. Il movimento dei corpi va col ritmo dei secoli e con la cadenza dell’esser donna. Il suo gesticolare segue reminiscenze di tipo erotico e ancestrale. Non vi è impeto ma piuttosto sussiego, è il celebrarsi di un rituale pieno di pace e armonie. E’ lo stare in trance prima della vita medesima. Si produce una congiunzione tra corpo-donna e pietra. Il trionfo della donna sulla pietra dalla quale viene è la vittoria della bontà sulla brutalità, è la dolcezza che trionfa una volta di più sulla rudezza, la sua scultura libera potenzialità per convertirsi in una unità di donna e intorno cosmico. La femminilità cosmo-pietra appartiene al cosmo divino, conforma una mistica propiziatoria per unificare sensualità con spiritualità. L’eros sessuale si tramuta in eros mistico. Le forze che si svegliano femminili si manifestano fino alla creazione materna, creazione scultoria, creazione sogno-realtà.
Il sensuale e l’erotico sono espressioni di evidenza intima di eventi piacevoli umani, spirituali e amorosi. Si tratta della trasformazione e unione della donna col cosmo. La sua scultura evidenzia la sua sorellanza con tutto ciò che vive inclusa la materia inorganica e col mondo. Le sue sculture emergono dalla materia prima della roccia. Viaggiano dall’interiorità della terra e s’incarnano e s’incarnano nei bei corpi di splendide donne immortalate nelle sculture. Da questa unione sgorga un sentimento ineffabile di pienezza che nella scultura simbolizza il sogno-realtà dell’eterno femminino. La sua enfasi artistica è anche espressione di una necessità interiore, un anelito supremo a realizzare la integrazione della totalità del mondo nella donna. Donna che è il legame tra la natura e la coscienza della sensualità erotica, ristabilendo una relazione di unità della donna con la natura. La trascendenza femminile è sempre una esperienza calma e piena. Reclama speranza e pace. Nella opera di Blinda Casanova la scultura si fa orazione. Orazione che arriva all’altare di una umanità meglio compresa, le cui suppliche sono per ottenere un regno di bontà fondato nella sensualità corporea femminile nata da una compenetrazione cosmica divina. Dall’ Ara o pietra sacra nasce la donna in tutto il suo splendore e maturità per offrire il suo corpo come dedizione totale al cosmico senza mezze misure né egoismi. Le sue opere sono sensibili, non indifferenti alla ammirazione e alla contemplazione che attuano come alito e fuoco e penetrano l’anima e lì la fecondano, sciogliendo la timidezza facendo sì che affiorino pensieri e sentimenti propri di persone gioiose, che hanno riconosciuto in loro una opzione improcrastinabile che arricchisce il bilancio e graffia la chitarra della grazia e canta alla vita. Le storie delle sue sculture attraversano e riempiono l’ambiente artistico. Ambiente rifugio da dove si stabiliscono coordinate segrete che dirigono il volo della nostra fantasia verso regioni da dove la creazione e il lavoro si uniscono formando luoghi per il godimento dell’opera plastica.
L’opera scultoria di Belinda restituisce e proietta le risonanze del discorso del riscatto del femminile il qualcosa di reale. Sono sogni convertiti in una realtà scultorea. La possibilità diede luogo alla realizzazione da un anelito intimista ad una unità organica e spirituale. Le sue sculture toccano le notti della creazione. Sono impulsi che affiorano da un mondo delicato, non abituato. Sono un omaggio all’incanto. Esplorano l’intima corteccia del prototipo della donna, frutto di talento, ricercatrice di forze, sottigliezze della natura, visioni della realtà capaci d’impressionare l’animo.

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