Il Ramo D'oro

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Aggiunto il 24 gen 2005


Note critiche di Carmine Montella
Nella pittura di Socorro Peraza, protagonista è l’indio. Esso è rappresentato con costante attenzione, con analitica compiacimento, con sentita partecipazione. Lo stato d’animo che conduce la pittrice ad accostarsi alla figura dell’indio e al suo mondo culturale e ambientale, è di curiosità intellettuale e di umana simpatia. Si comprendono, perciò, le scelte compositive e pittoriche da lei compiute: la sobrietà dei particolari tipici, l’evidenza prorompente dei primi piani, l’eleganza ricercata degli ornamenti, la coloritura esaltante della nudità, la vigoria matura dei corpi degli adulti, l’innocenza delicata dei corpi dei giovani. Eppure questa figura di indio trascende la sua splendida fisicità e il richiamo obbligato alla realtà tropicale in cui vive.Essa assurge alla dignità del simbolo, che acquista spessore significativo perché si colloca al confine di due civiltà. La sua, da cui proviene portandosi dentro un carico di valori e di vissuti; la nostra, che le si muove incontro aprendosi al riconoscimento, alla comprensione, alla tutela.
Simbolo, quindi, complesso, profondo. Esso emerge con impeto espressivo in alcuni punti focali di questo universo pittorico. Per esempio, nella normale intimità di un gesto, di un atteggiamento, di una situazione, in cui si fondono e si confondono necessità e gratuità, lavoro e gioco. Ma, soprattutto, in questi occhi, grandi, fermi, sicuri. Occhi interrogativi, che chiedono notizia sul segreto della vita, sulla condizione dell’esistente, sull’incognita dell’avvenire. Tra stupore e smarrimento, tra incertezza e speranza. Perciò la pittura di Socorro Peraza richiede la presenza, oltre all’indio, di un coprotagonista. E’ l’osservatore. Mai come in questo caso non gli è consentito di essere distratto, di farsi da parte. Egli è costantemente richiamato all’interno del quadro e costretto ad impegnare la sua intelligenza, la sua sensibilità.
Pittura che impone contatto, immedesimazione, coinvolgimento. E’ questa la sua ambiguità, è questa la sua ricchezza.

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